Domande frequenti sulla biodiversità

 

Che cosa è la biodiversità (diversità biologica)?

 

La Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni unite (ONU) definisce il termine «biodiversità» come «la variabilità degli organismi viventi di ogni origine, compresi inter alia gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici, ed i complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell'ambito delle specie, e tra le specie degli ecosistemi».

 

Che cosa sono le risorse genetiche?

 

La Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni unite (ONU) definisce il termine «risorse genetiche» come «il materiale genetico avente valore effettivo o potenziale». Ciò include qualsiasi materiale di origine vegetale, animale, microbico o altro, contenente unità funzionali dell'eredità.

 

Che cos'è il sapere tradizionale?

 

Il «sapere tradizionale» può essere definito come il sapere:

  • generato, preservato e trasmesso dalle popolazioni indigene e dalle comunità locali in un contesto collettivo, a prescindere dal suo grado di diffusione;
  • associato univocamente all'identità culturale e/o sociale nonché all'eredità culturale delle popolazioni indigene e delle comunità locali. Queste ultime agiscono in veste di rappresentanti, custodi o tutori di tale sapere e sono spinte da un senso di responsabilità culturale e tradizionale;
  • trasmesso da una generazione all'altra;
  • tramandato in forma codificata, orale o di altro genere e che si presenta possibilmente e/o si è sviluppato in forma dinamica;
  • scaturito da un'attività intellettuale in un contesto sociale, culturale, ambientale e tecnologico variegato; e
  • riconosciuto come tale dalla comunità indigena o da un altro gruppo di persone.
 

Che cosa significa «access and benefit sharing»?

 

Il concetto di «access and benefit sharing» indica l'accesso alle risorse genetiche e al sapere tradizionale (access) e la ripartizione giusta ed equa dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione (benefit sharing). Questo meccanismo mira a conciliare l'uso delle risorse naturali da parte dell'essere umano con la preservazione della diversità biologica e solleva diversi interrogativi:

  • per utilizzare una determinata pianta nella ricerca farmaceutica è necessario il consenso del Paese d'origine?
  • Cosa si intende per Paese d'origine di una pianta?
  • I benefici ricavati dalla commercializzazione di un medicinale prodotto in base ai principi attivi della pianta in questione devono essere ripartiti? In caso affermativo, chi saranno i beneficiari di tale ripartizione e quali sono le sue modalità?
  • Nel caso in cui un ricercatore scopra la pianta grazie al sapere in merito di un guaritore locale, si pone poi la questione se l'utilizzo del sapere richieda l'autorizzazione dello stesso e se il guaritore debba essere informato dei progetti di ricerca. Infine ci si chiede se il guaritore o la comunità in cui vive abbiano diritto a una parte dei profitti ottenuti grazie alla commercializzazione del medicinale.
 

Che cos'è la biopirateria?

 

Per «biopirateria» si intende:

  • l'appropriazione di risorse genetiche o di sapere tradizionale senza l'accordo del Paese d'origine o della comunità indigena che detiene questo sapere;
  • gli eventuali utili generati dallo sfruttamento commerciale di risorse genetiche o di sapere tradizionale non condivisi con il Paese d'origine o con la comunità indigena; e
  • i casi in cui il sapere tradizionale è protetto, ad esempio da un brevetto, sebbene il titolare del brevetto non abbia partecipato all'attività inventiva.
 

Divulgazione della fonte delle risorse genetiche e del sapere tradizionale nelle domande di brevetto: di che cosa occorre tenere conto?

 

Il richiedente di un brevetto è tenuto a fornire indicazioni sulla fonte delle risorse genetiche o del sapere tradizionale di popolazioni indigene e comunità locali. La divulgazione della fonte crea trasparenza, in particolare nell'ambito dell'«access and benefit sharing».
Se la domanda di brevetto non contiene spiegazioni sulla fonte delle risorse genetiche o del sapere tradizionale, l'IPI assegna al richiedente un termine per rimediare a tale irregolarità. In caso di scadenza inutilizzata del termine, la domanda di brevetto viene respinta. Se il richiedente fornisce intenzionalmente informazioni false sulla fonte, è punito con una multa. Il giudice può inoltre ordinare la pubblicazione della sentenza.

 

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