Creatività e prudenza

Creatività certificata dallo Stato: il celebre designer industriale zurighese Beat Karrer è un habitué dei servizi IPI.

 

In Svizzera, il design di più di mezzo milione di prodotti è protetto. Tra questi oggetti si trova un po’ di tutto: tessuti, orologi, gioielli, mobili di alta gamma o macchine da caffè.

Pur progettando anche beni di consumo, ad esempio mobili, Beat Karrer è innanzitutto designer industriale, uno dei più celebri d’Europa. Il suo studio-atelier «The Lab» si trova a Zurigo, nel Kreis 4. È da lì che egli propone i suoi servizi, soprattutto alle industrie che intraprendono un processo di innovazione.

«Gli ingegneri», osserva Beat Karrer, «soffrono sovente di una prospettiva un po’ angusta». Per questa ragione, molti industriali si rivolgono a un consulente esterno che accompagni i processi di innovazione in seno alla loro azienda. Compito del designer è riuscire a integrare i perfezionamenti tecnici nel prodotto finale, così da renderlo funzionale ed estetico agli occhi della potenziale clientela.

Tra gli ultimi oggetti creati da Beat Karrer spicca un nuovo tipo di lampada destinato alla pubblicità esterna. Per far sì che i diodi di una nuova tecnologia LED potessero raggiungere la loro autonomia massima, il cliente aveva bisogno di inserire la fonte di luce in un supporto che riuscisse a disperdere il calore nel migliore dei modi. La soluzione proposta dal designer zurighese: inclinare le lamelle raffreddanti in direzione di chi osserva. In questo modo, non solo la superficie di dispersione del calore aumenta del 40 per cento, ma lo sguardo del passante viene abilmente orientato in direzione del cartellone illuminato.

«Quando sono interpellato come designer industriale», spiega questo 46enne falegname di formazione, «procedo come un consulente aziendale». La sua prospettiva esterna gli permette di spezzare la routine che può stare in agguato dietro il lavoro degli ingegneri. Contrariamente ai consulenti aziendali, tuttavia, Beat Karrer ha la possibilità di proteggere le sue soluzioni creative registrandone il design.

 

Un’opportunità che comporta vantaggi per tutte le parti coinvolte. Tutelando motivi e disegni, il cliente dispone degli strumenti adatti per combattere le contraffazioni, mentre il progettista trae profitto da una sorta di “certificato statale” sulla sua soluzione creativa. I suoi guadagni, infatti, si basano interamente o almeno in parte sui diritti di licenza. Per lui, depositare un design presso l’IPI costituisce una solida base in vista di un contratto di licenza.

Oltre a una somma versata in acconto, infatti, questo tipo di contratto prevede di solito un compenso legato al fatturato. «Sono un designer industriale free-lance e, di conseguenza, quanto guadagno dipende dal successo commerciale delle mie creazioni». Beat Karrer lo dice con serenità, poiché ha oramai accettato i rischi finanziari che comporta questo tipo di partecipazione ai ricavi. E aggiunge: «in cambio sono libero di selezionare i progetti che più mi aggradano».

 
 

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