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Paris, j’aime ta convention !

Camminando per i corridoi dell’IPI sembra di compiere un breve viaggio attraverso l’Europa: le sale riunioni prendono infatti i nomi di città quali Parigi, Monaco di Baviera o l’Aia. Non si tratta comunque di semplici suggestioni per la destinazione delle prossime vacanze. Nella città più densamente popolata d’Europa, infatti, 140 anni fa fu sottoscritta una delle più importanti convenzioni del diritto internazionale sulla proprietà intellettuale. Così Parigi non è solo sinonimo di Torre Eiffel, UNESCO e amore, ma anche – e soprattutto – dell’omonima Convenzione.

Arc de Triomphe a Parigi dall'alto
Con circa 16 milioni di turisti stranieri l’anno, Parigi è una delle città più visitate al mondo. (Immagine: iStock/GlobalP)
 

La «Convenzione di Parigi per la protezione della proprietà industriale» (Convenzione di Parigi) inizia molto à la française, più esattamente con le parole: «Sa majesté le roi des Belges, sa majesté l’empereur du Brésil...». Nel 1883, gli 11 Stati fondatori redassero e sottoscrissero un totale di 19 articoli, cominciando proprio con questa solenne formulazione. Oggi sono 179 i Paesi che aderiscono alla Convenzione, che può essere considerata uno dei primi trattati internazionali nell’ambito della protezione della proprietà industriale.

 

La Convenzione di Parigi è volta alla protezione di brevetti d’invenzione, marchi, disegni e modelli, modelli di utilità, marchi di servizio, nomi commerciali, indicazioni di provenienza nonché alla repressione della concorrenza sleale. Il concetto di proprietà industriale non si riferisce solo all’industria e al commercio propriamente detti, ma anche alle industrie agricole ed estrattive e a tutti i prodotti fabbricati o naturali.

 
 

La disposizione più importante della Convenzione di Parigi è il diritto di priorità. Il termine di priorità inizia a decorrere al momento del deposito di una domanda di brevetto per un’invenzione in Svizzera o in un altro Stato membro della Convenzione di Parigi oppure dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Il depositante ha poi dodici mesi per brevettare la stessa invenzione in altri Paesi e per rivendicare la data del primo deposito nel quadro dell’esame della novità. Il diritto di priorità per i marchi e i design, invece, scade sei mesi dopo il deposito della prima domanda.

 

Un esempio di applicazione operativa della Convenzione di Parigi è l’associazione Swissness Enforcement, un’iniziativa congiunta del settore pubblico e privato, di cui l’IPI accoglie la sede. L’obiettivo di questa organizzazione è combattere efficacemente gli utilizzi abusivi delle indicazioni di provenienza svizzere all’estero.

 

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