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Storia di un marchio natalizio

C’era una volta un produttore svizzero di cioccolato che voleva proteggere un Babbo Natale. Se solo non ci fosse stata Coca-Cola.

Che aspetto ha Babbo Natale? I giudici hanno dovuto occuparsene. Immagine: iStock

Quale bambino resiste alla magia di Babbo Natale? E di fronte all’omone dalla barba bianca e dalla veste rossa, quale bambino non tende la mano nella speranza di ricevere un po' di cioccolato o un altro piccolo regalo? Per attirare la sua attenzione, si sa, può essere utile conoscere qualche filastrocca.  Quella recitata da Lindt & Sprüngli forse farebbe così:

 

Babbo Natale, dalla barba bianca,

giù le mani dalla mia marca!

 

Nel 2005 l’azienda ha infatti depositato una domanda di registrazione in Svizzera per la forma 3D di un Babbo Natale per i suoi prodotti a base di cioccolato.

 

Tuttavia, il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha definitivamente negato la protezione nella sua decisione del 21 marzo 2007 (cfr. TAF B-7393/2006), con le seguenti motivazioni: per essere ammessa alla protezione, la forma 3D oggetto della domanda «dovrebbe rinviare alla provenienza aziendale del prodotto alla luce delle usanze e attese sotto il profilo tecnico e culturale. (.....) Tuttavia, sia il cappotto con cappuccio che i regali, la campanella, il volto amichevole di Babbo Natale e i colori utilizzati sono elementi che rimandano all’immagine e alla tradizione del tipico Babbo Natale».

 

Continua poi sostenendo che per un Babbo Natale di cioccolato, la forma «non presenta nulla di rilevante o inatteso nel contesto natalizio che possa suggerire una specifica provenienza aziendale». In altri termini: questo Babbo Natale è in tutto e per tutto un Babbo Natale e per questo motivo non può essere protetto.

 

Ma cosa distingue il tipico Babbo Natale?

Da dove viene questa immagine del «tipico Babbo Natale» cui si riferiscono i giudici? Il tutto sembra risalire alla figura storica di San Nicola di Bari, che è descritto come un uomo in una veste vescovile rossa. Ma non si fa parola di barba bianca, campanella e faccia amica. Solo nel 1931, su incarico della Coca-Cola Company, che era alla ricerca di un nuovo personaggio per la sua campagna pubblicitaria di Natale, il grafico e disegnatore Haddon Sundblom gli attribuisce queste caratteristiche, completando il tutto con un bel pancione.

 
 
 

Il primo Babbo Natale era un folletto

Tuttavia, la scelta di Sundblom è tutt’altro che evidente. Nel XVII secolo gli emigranti olandesi portarono la tradizione del loro «Sinterklaas» a Nieuw Amsterdam (New York). Negli anni, Sinterklaas diventa Santa Claus e anche il suo aspetto cambia: di volta in volta è rappresentato come un folletto tondeggiante, come un uomo più anziano, barbuto con una lunga pipa, pantaloni enormi e un cappello imponente con un'ampia tesa. L’immagine del «Babbo Natale tipico» si impone solo verso la metà del 20° secolo, anche grazie agli sforzi profusi da Coca-Cola.

 

Significa che i diritti di Lindt & Sprüngli si sono persi in un mare di limonata marrone, o meglio che l’azienda è stata vittima dell’interpretazione di Babbo Natale del colosso delle bevande zuccherate? Non si può certo dire che Coca-Cola sia al di sopra di qualsiasi sospetto. Nella sua decisione, il Tribunale, pur facendo riferimento a talune differenze culturali nei Paesi di lingua tedesca, cita solo i vari nomi come Babbo Natale, San Nicolao o «Samichlaus» e le relative tradizioni. Ciò che accomuna evidentemente questi personaggi è tuttavia il loro aspetto: «Gli elementi bidimensionali e tridimensionali della forma depositata corrispondono al cliché di un Babbo Natale tradizionale».

 

Morale della storia? Chi volesse dar prova di senso dell’umorismo potrebbe cimentarsi con un’altra filastrocca:

 

Babbo Natale, dalla barba bianca,

dammi una Coca-Cola che mi manca!

 

Ma ai bambini non interessa il perché e per come dell'aspetto di Babbo Natale, l’importante sono la magia e le prelibatezze che nasconde nel sacco!  E per una volta questo può anche bastare.

 

Auguriamo a tutti buone feste e un magico Natale.

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