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Intelligenza artificiale: gli strumenti di IA possono violare il diritto d’autore?

ChatGPT, Copilot, Dall-E e compagnia: i programmi che fanno capo all’intelligenza artificiale possono essere utili ma sollevano anche nuovi interrogativi dal punto di vista giuridico. Gli strumenti di IA possono violare il diritto d’autore? Giriamo la domanda a Sabrina Konrad, sostituto capo del servizio giuridico Diritto d’autore e diritti di protezione affini dell’IPI.

Sabrina Konrad, stellvertretende Leiterin, Rechtsdienst Urheberrecht und verwandte Schutzrechte am IGE. Foto: IGE
 

Redazione IPI: I testi prodotti da ChatGPT sono protetti dal diritto d’autore?

Sabrina Konrad: In Svizzera il diritto d’autore protegge solo le opere create da un essere umano. Se qualcuno fornisce una prestazione creativa ricorrendo a ChatGPT solo come ausilio, il prodotto è possibilmente protetto dal diritto d'autore. La situazione è paragonabile a quella di un fotografo che utilizza una macchina fotografica. Se invece è ChatGPT a fornire la prestazione creativa, questa non è fornita da un essere umano e non è quindi protetta dal diritto d’autore. Occorre tuttavia sottolineare che se ChatGPT riprende contenuti protetti di altre opere, queste parti del prodotto finale continuano a essere protette dal diritto d’autore.

 

 

Se un testo prodotto dal nuovo chatbot non è protetto dal diritto d’autore posso utilizzarlo liberamente?

Dal punto di vista del diritto d’autore, sì. Questo vale nei casi in cui ChatGPT non riprende contenuti protetti dal diritto d’autore. Se sono ripresi contenuti protetti, l’utilizzo presuppone invece l'autorizzazione dell’autore o della legge. Occorre tuttavia considerare anche le condizioni di utilizzazione e le condizioni generali, che in alcuni casi vietano l’utilizzo commerciale del prodotto dell’IA. Le norme in merito possono inoltre variare in funzione del Paese.

 

Un prodotto di ChatGPT può infrangere il diritto d’autore?

Se ChatGPT utilizza contenuti di opere protette, la situazione può diventare delicata. Se infatti i contenuti protetti sono riconoscibili nel prodotto di ChatGPT di norma è necessario il consenso dell’autore. Eventualmente si potrebbe trattare il contenuto come citazione, citando la fonte. In linea di massima però il rischio di violazione del diritto d’autore c’è. Anche chi utilizza i prodotti di ChatGPT protetti infrange il diritto d’autore. La violazione c’è.

 
 

L’impiego di contenuti per addestrare (machine learning) ChatGPT è rilevante dal profilo del diritto d’autore?

Su questo aspetto non c’è ancora intesa. C’è chi sostiene che l’impiego di contenuti per addestrare l’IA non sia rilevante dal profilo del diritto d’autore perché non sfocia in un’utilizzazione dell’opera. Tuttavia negli Stati Uniti e in Inghilterra sono in corso procedure giudiziarie in merito. Bisognerà quindi stare a vedere cosa decideranno i tribunali e come motiveranno la decisione.

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