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Un caso per l’addetto alla PI dell’IPI

A Ginevra vengono prese decisioni a livello internazionale riguardanti la proprietà intellettuale. Nel mezzo dell’iter decisionale troviamo il giurista Christoph Spennemann, in qualità di addetto alla proprietà intellettuale (PI) dell’Istituto Federale della Proprietà intellettuale (IPI) che difende gli interessi della Svizzera. Oltre alle capacità di negoziazione, questa mansione richiede anche una buona dose di empatia.

Christoph Spennemann nell'edificio dell'OMPI. In qualità di addetto alla PI dell'IPI, l'avvocato rappresenta gli interessi della Svizzera. Copyright: IPI

Non lontano dall’edificio delle Nazioni Unite (ONU) si trova anche la sede dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI). Fondata nel 1967, l’agenzia specializzata dell’ONU, è l’ente competente per tutte le questioni internazionali riguardanti la PI. È proprio in questa sede che i Paesi discutono gli adeguamenti da apportare alla prassi brevettuale, al diritto dei marchi e dei design nonché al diritto d’autore.

 

Tutela degli interessi dell’IPI

Le trattative sono importanti anche per la Svizzera. Su incarico dell’IPI, l’addetto alla PI, Christoph Spennemann, rappresenta gli interessi del nostro Paese all’OMPI, intensificando ad esempio i lavori relativi al diritto brevettuale e all’intelligenza artificiale. Al contempo Christoph Spennemann è anche l’inviato per la missione svizzera del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «Se si tratta di discutere di questioni politiche come la guerra in Ucraina, agisco in veste di rappresentante del DFAE», spiega il giurista.

 

Il suo lavoro consiste altresì nell'adempimento di mansioni in ambito giuridico e amministrativo, quali il budget o la politica del personale dell’OMPI. «Nelle trattative con gli altri Stati membri, difendo la posizione della Svizzera precedentemente definita insieme agli esperti dell’IPI», racconta l’esperto negoziatore. Questa stretta collaborazione con l’IPI è di fondamentale importanza anche per la presa di posizione nei confronti delle iniziative di altre delegazioni. «Possiamo sostenere o rifiutare un’idea oppure proporre delle modifiche, in modo che la proposta in questione sia accettabile per il nostro Paese nonché confacente ai nostri interessi nazionali».

 

All’OMPI si decide secondo il metodo del consenso

Nel corso degli anni, all’OMPI sono stati conclusi numerosi accordi fondamentali, come quelli inerenti alla procedura semplificata per il deposito dei brevetti o alla protezione a livello internazionale di marchi, di design e delle indicazioni geografiche. La maggior parte degli accordi intavolati a Ginevra viene presentata su iniziativa degli Stati membri, i quali, ad esempio, avanzano le loro proposte nel quadro dell’elaborazione di contratti internazionali. In seguito si procede con le trattative e si decide, in linea di principio, secondo il metodo del consenso, in base a cui tutti gli Stati membri devono concordare su una proposta. In genere per riuscirci, occorre trovare un minimo comune denominatore che sia accettabile per tutti.

 

«Consultare preventivamente gli esperti dell'IPI»

Nel quadro delle trattative, Christoph Spennemann rende noto il punto di vista della Svizzera. «Innanzitutto consulto gli esperti dell’IPI, con i quali elaboro la posizione elvetica per poi esporla nell’ambito delle discussioni a Ginevra», racconta. Se l’ordine del giorno prevede la discussione di contenuti più tecnici, gli esperti dell’IPI si recano nel capoluogo dell’omonimo Cantone per completare e sostenere le trattative. Se, invece, si trattano domande orizzontali riguardanti il budget o la politica del personale dell’OMPI, oppure altri temi amministrativi, se ne occupa in prima linea l'addetto alla PI.

 

La protezione dei prodotti con indicazione geografica

«Una questione sempre attuale è quella riguardante l’entità dei finanziamenti da mettere a disposizione dell’OMPI per la protezione delle indicazioni geografiche. Non tutti gli Stati membri si prendono a cuore la faccenda e sono quindi poco propensi a stanziare ulteriori risorse. Si tratta del finanziamento di quella serie di prodotti di cui è ricco il mercato svizzero, ossia di tutti quei prodotti che possono essere contrassegnati da determinate denominazioni geografiche (p. es. «Gruyère»), se vengono realizzati effettivamente nella regione menzionata e secondo un determinato metodo. «L’anno scorso la Svizzera è riuscita a costituire una coalizione intercontinentale grazie alla quale, dopo intense discussioni, è riuscita finalmente a spuntare un budget più elevato per i lavori dell’OMPI a vantaggio della protezione internazionale delle indicazioni geografiche».

 

 

Sulla persona

Christoph Spennemann è giurista e ha acquisito le prime esperienze in uno studio legale di Berlino. In seguito ha concluso a Losanna e Ginevra il master in EU and International Economic Law. Dopo un periodo come assistente all’Università di Ginevra sempre nella stessa materia, ha lavorato come consulente in PI e sviluppo per un team – che tra l’altro ha poi guidato dal 2015 al 2021 – presso la Conferenza dell’ONU sul Commercio e lo Sviluppo. Da maggio 2021 lavora per l’IPI in qualità di addetto alla PI a Ginevra.

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