Gli aromi: una questione di gusto

Proteggere i prodotti di nicchia con un marchio: Gabriela Manser ha fatto di Flauder una bibita di tendenza.

 

Gli aromi naturali non possono essere brevettati e quelli artificiali, malgrado approfondite attività di ricerca, solo raramente si lasciano ridurre a formule chimiche esatte. Per i produttori di bibite ciò significa che ogni nuovo aroma di successo, viene immancabilmente copiato dalla concorrenza.

 

«A un piccolo produttore che non può guadagnare con la quantità, non resta che tutelarsi sul mercato», conclude Gabriela Manser, amministratrice dell’impresa familiare appenzellese Goba AG, Mineralquelle und Manufaktur.

 

Nel 2002 la ditta ha lanciato il suo prodotto di maggior successo. Si chiama Flauder, da Flickflauder (“farfalla“ in appenzellese). Si tratta di una bibita a base di fiori di sambuco e melissa che, oramai, regna non solo sugli scaffali dei grandi distributori, ma anche in numerosi bar e ritrovi alla moda.

 

A Gontenbad nessuno si è stupito quando, già due anni dopo il lancio di Flauder, un concorrente ha cominciato a vendere una sua bibita ai fiori di sambuco e melissa. Ma che choc quando ci si è accorti che anche sull’etichetta dell’imitazione figurava una farfalla!

 

«Quando stavamo preparando la commercializzazione di Flauder - ricorda Gabriela Manser – volevamo fare qualcosa di speciale e abbiamo disposto la farfalla a cui si riferisce il nome sul retro dell’etichetta, così che si vedesse solo attraverso la bottiglia». Una trovata originale, che avrebbe potuto essere protetta depositando sia la parte anteriore che la parte posteriore. All’epoca, tuttavia, il team Goba non era a conoscenza di questa possibilità, e l’etichetta con la farfalla non è stata protetta.

 

«Ora ho imparato la lezione», dice Gabriela Manser. Da quattro anni collabora con un rappresentante in materia di marchi. Ha il compito di tenere costantemente sotto controllo la concorrenza e, se occorre, di intervenire.

 

Un impegno di questo genere non è certo privo di costi. Ma Gabriela Manser è convinta che «una protezione efficace del marchio è estremamente importante per assicurare la propria posizione sul mercato». 

 
 

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